Il nostro modo di fare scuola

11 luglio 2006

“La Disfida di Berlino” - Siamo i campioni del mondo!

Siamo i campioni del mondo! E non poteva essere diversamente dopo anni anzi, diciamolo, forse secoli di attesa. La finalissima dei Mondiali di calcio FIFA 2006 Italia – Francia, che domenica 9 luglio ci ha fatto sognare con un 6 – 4 arrivato ai calci di rigore, ha un precedente sul campo vecchio di ben 503 anni, quando lo stadio era terra d’arme e l’abilità si misurava con colpi di spada anziché con azioni di dribbling. Il 13 febbraio 1503 quell’Italia - Francia si chiamò Disfida di Barletta e già da allora l’orgoglio di una nazione primeggiava sopra ogni cosa, perché fu il capitano Fieramosca a decretare la vittoria!Correva l’anno di grazia 1503 quando a Barletta una rappresentativa di tredici cavalieri Italiani capitanati dal famoso Ettore Fieramosca affrontò la "squadra" dei Francesi per una questione di onore.I Francesi avevano sparlato con gli Spagnoli (questa volta Tedeschi) della scarsa bravura cavalleresca degli Italiani, i quali per cancellare l'offesa chiesero secondo il copione del tempo un duello fra le rispettive squadre, che ebbe puntualmente luogo con la netta vittoria dei tredici Italiani sui tredici Francesi. Non fu un gioco propriamente pulito fra corazze e spadoni ma allora furono le armi ed il sacro furore nazionale a mettere uno fisso in schedina.Con la splendida disputa calcistica di domenica sera, ripensando a Fieramosca e compagni, non ci siamo accontentati di una Nazionale italiana semplicemente in grado di onorare il calcio proprio con la Francia…noi abbiamo vinto, in barba a chi ci ha denigrato e soprattutto rivendicando la passione genuina di un popolo e dei suoi undici campioni per uno sport che non può e non deve essere violato da scandali.Certo per Barletta e i Barlettani ogni dubbio è fugato: la vittoria era già in tasca nostra da oltre cinque secoli, e chissà che il capitano Cannavaro non fosse stato insignito cavaliere con una spada sulla spalla proprio da messer Fieramosca, e chissà che la scena della “decapitazione” della Francia calcistica con l’espulsione di uno Zidane offeso - al quale è stato riconosciuto il doveroso cavalierato di miglior giocatore con la consegna del Pallone d’oro – non fosse stata vissuta in quel lontano inverno 1503 nei pressi di qualche cittadina francese.Di sicuro la storia si è ripetuta con un uno fisso degno della nostra orgogliosa, caparbia Italia e questa volta tra maxi schermi e parate di gloria, con il saluto delle frecce tricolore al rientro dei nostri in patria e la grande festa dei numerosi Italiani all’estero, tutti riuniti all’ombra della scintillante Coppa del Mondo FIFA 2006.(Samantha Vinella)